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BìFoto Fot. Joanna Mrowka / FORUM

Siamo umani? Parola alla fotografia con il BìFoto Festival

30 Maggio 2017 Lascia un commento

Di Sara Emma Cervo

 

Anche la Sardegna ha il suo festival di fotografia. Si chiama BìFoto, dal sardo “Bì” ovvero vedere e il suo ideatore è Stefano Pia, fotografo e con un libro fresco di stampa dal titolo KilometroZero, un racconto su Mogoro; il piccolo paese in provincia di Oristano in cui è cresciuto, nonché luogo scelto per ospitare il festival che quest’anno si terrà dal 17 giugno fino al 2 di luglio. Un evento ormai giunto alla sua settima edizione che proporrà oltre alle esposizioni, workshop, letture portfolio e un premio. Perché la Sardegna non è solo spiagge e specialità gastronomiche, ma anche cultura e ora sempre più fotografia.

 

Raccontami come ti è venuta l’idea di creare BìFoto e perché questo nome?

Sentivo da tempo la forte mancanza di un festival in Sardegna dedicato alla fotografia, un evento a cadenza annuale che diventasse punto di riferimento per gli appassionati sardi ma non solo. Da qui l’idea di creare un festival nel mio paese, Mogoro, in una struttura che ad agosto ospita la Fiera dell’artigianato Sardo, ma che è inutilizzata negli altri mesi dell’anno e che oltre a essere una bellissima location si presta benissimo all’esposizione di mostre fotografiche. Con il fotografo, nonché amico, Vittorio Cannas ci siamo accorti dalla prima edizione nel giugno 2011 che il festival aveva grandi potenzialità per il futuro: ogni anno infatti, oltre alla qualità dei lavori, cresce l’afflusso dei visitatori e questo ci aiuta a essere sempre più determinati per andare avanti e presentare anno dopo anno, un festival sempre più attraente, di carattere internazionale e sempre più strutturato. Capace di offrire, oltre alle esposizioni, workshop, letture portfolio, presentazioni di libri e di autori. Mentre il nome BìFoto -dal sardo Bì, ovvero vedere- significa semplicemente vedere fotografie.

 

“Siamo umani” è il tema della settimana edizione. Da cosa nasce questa scelta? Con quali criteri avete selezionato le mostre?

“Siamo Umani“ è stato scelto perché la fotografia è uno strumento molto potente per aiutare a capire chi siamo, una domanda non molto scontata visto che ce lo dimentichiamo, ci dimentichiamo spesso valori semplici che sono alla base della nostra vita. Oggi nella nostra frenesia mancano gesti di tolleranza, di altruismo, diamo tutto per scontato e dalle nostre città non ci ricordiamo più quanto importante e quanto in pericolo sia l’ambiente, ci dimentichiamo in sostanza che Siamo Umani. Tanto che per questa edizione abbiamo cercato di avere dei lavori che raccontassero l’uomo a 360 gradi: la bellezza, la speranza, l’integrazione, ma anche la disperazione, la cattiveria, la vita urbana e la vita rurale.

 

Insieme alle mostre avete pensato anche a un concorso, sempre sul tema “Siamo Umani”. Dei cinque vincitori, più la menzione speciale, cosa vi ha conquistato?

La politica del festival è sempre stata quella di affiancare alle mostre di autori affermati  a quelle di autori emergenti così da dare loro visibilità e magari una mano a entrare nel mondo nazionale, e chissà, magari internazionale della fotografia. Abbiamo scelto, tra i lavori presentati, quelli con una forte attinenza al tema, senza tralasciare, ovviamente, altri aspetti importanti, come l’originalità e la capacità di mettere insieme un racconto con la fotografia.

 

Da sarda a sardo, ho visto che il Festival rimarrà aperto fino al 2 luglio, chiudendo prima del grande afflusso di turisti. Chi è quindi il pubblico del Festival? com’è la partecipazione degli abitanti dell’Isola? 

Abbiamo scelto di aprire ogni anno da metà giugno ai primi di luglio perché è un periodo, in Sardegna, molto carico di eventi importanti, come il Festival letterario di Gavoi o l’Ardia di Sedilo.  Immaginiamo, quindi, e speriamo che presto si sviluppi non solo un turismo “da spiaggia” ma anche culturale, e questo trio, BìFoto/Gavoi/Ardia sarebbe un pacchetto perfetto! Ormai il festival è veramente diventato un punto di riferimento per la maggior parte dei fotografi sardi, e ogni anno in molti si riversano tra le sale per visitare le mostre.

 

E la risposta delle istituzioni?

Al momento, ci danno una piccola mano il Comune e la Pro Loco di Mogoro, ma per il resto niente, silenzio dalla Regione, o da altri enti preposti ai fondi per eventi culturali. Eppure riusciamo a mettere in piedi un evento che sta avendo risonanza nazionale… ma purtroppo con una base non troppo sostanziosa. Ho paura che la fotografia, come del resto in tutta Italia, sia vista ancora come un’arte minore e quindi non degna di serie attenzioni da parte delle istituzioni. Noi comunque siamo qui, per batterci anche per questo, e continuare a coltivare questo nostro piccolo sogno, che è ormai alla 7° edizione, in pratica direi che ci stiamo facendo le ossa….

 

Come ti immagini il BìPhoto fra qualche anno?

Spero che il BìFoto possa diventare un’evento di rilievo internazionale, che potrà portare migliaia di visitatori e autori sempre più importanti. Immaginiamo il nostro paese conosciuto anche per la fotografia e non solo per i tappeti, l’artigianato ed il buon vino. Le strade del centro (già lo stiamo facendo!) trasformate in gallerie permanenti, in ogni via una mostra fotografica diversa. I progetti e i sogni sono tanti, ci conviviamo e lavoriamo per far sì che diventino realtà.

 

Sei fotografo, hai appena pubblicato KilometroZero. Da grande avresti mai pensato di fare ciò che fai oggi oppure sognavi altro per te?

No, sinceramente non avrei mai immaginato di diventare fotografo, fare mostre, dirigere un festival, pubblicare un libro ecc… Prima suonavo con un gruppo Rock, io ero il cantante e i sogni erano dedicati tutti alla musica, ma la vita è piena di sorprese e io mi sento fortunato di essere passato alla fotografia. È una bellissima passione e se credi veramente a ciò che fai, vivi con lo scopo di raccontare quello che ti gira attorno, in pratica hai poco tempo libero, e ne sei felice!!!

 

Sara Emma Cervo, Photo Editor e Social Media Manager Yourpictureditor

Photo Credit: Joanna Mrowka, “Broniszow”

 

Stefano Pia nasce a Oristano nel 1978 e vive a Mogoro. Frequenta il suo primo corso di fotografia nel 2005 ed il suo crescente interesse lo porta a frequentare diversi workshop: dal fotogiornalismo, al paesaggio, al reportage, e vari corsi di approfondimento sulla lettura strutturale dell’immagine; ma è il reportage sociale il genere fotografico sul quale maggiormente concentra la sua attenzione. Ha esposto i suoi lavori in svariate mostre personali a Nuoro, Oristano, Sassari, Siena, Firenze e Milano. Per due anni consecutivi il Museo Man, in occasione del concorso ” Sardegna Reportage”, seleziona i suoi lavori esponendoli in concomitanza con le mostre di Robert Capa e Vivian Maier. Nel 2016 il suo progetto Kilometri Zero viene inserito nel circuito del Photo Festival Milano insieme alle mostre di altri 40 fotografi tra cui Robert Doisneau, Oliviero Toscani, Eadweard Muybridge, e Mario Cresci. Sue immagini sono state pubblicate da diverse riviste e quotidiani nazionali come In Viaggio, Bell’Italia, Inside Magazine, Il Fotografo, Repubblica e Il Corriere della Sera. 
La sua fotografia si consolida sul racconto del suo paese natio, Mogoro, cercando al suo interno storie collettive e personali. E’ l’ideatore del BìFoto (Festival Internazionale della Fotografia in Sardegna) e dal 2011 insieme all’amico e fotografo Vittorio Cannas, ne cura la direzione artistica.

 

 

Helena Falabino, “Rede mit uns”
Claudio Simunno, Zeru Zeru (le persone fantasma)
Marina Kazakova, “Infanzia. Iliya”
Luana Rigolli, “Villotta Criket”
Umberto Verdoliva “e il mio sguardo si addolcisce…”
Stefano Pia con Vittorio Cannas

Festival, Fotografia BìFoto, Festival di Fotografia, Sardegna, Stefano Pia

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